Mentre a Villa Pamphili vanno in scena "Gli Stati Generali", le voci del dissenso vengono oscurate. Questa volta la censura digitale ha colpito Radio Radio, "colpevoli" di aver appena trasmesso una intervista di alcuni virologi che, lavorando davvero in ospedali e sui malati ci dicevano, un verità che è differente da quella del MainStream. L'accusa, nel caso specifico di Radio Radio, è infamante e calunniosa. Radio Radio secondo YouTube avrebbe pubblicato “video contenenti minorenni in situazioni sessualmente allusive, e visto che per il team di Youtube è una questione di primaria importanza Radio Radio TV viene chiusa”. Conclude la folle giustificazione della piattaforma americana che “YouTube non è luogo per comportamenti predatori”.
Non dobbiamo essere disponibili a subire cosi gravi attacchi alla nostra libertà di informazione. Qualcuno ci vuole ignoranti e in ordine alle soluzioni che stanno di importci dopo questa spaventosa crisi. L'Italia sta rischiando seriamente di non essere più una Repubblica Democratica assomigliando sempre più ad una "Repubblica Popolare".
Chi in modo liberticida afferma che “quella è una piattaforma privata, possono fare quello che vogliono” siamo i primi a dire "si, è vero", ma non dimentichiamoci che le fondamenta di YouTube, come di qualsiasi altro social networko, sono gli utenti, ovvero tutti coloro ci mettono i propri video. YouTube è una piattaforma, siamo noi a renderla viva.
Il canale di Radio Radio è stato ripristinato, ma adesso immaginate come a sparire con un click non sia un canale YouTube, con un account Twitter o Facebook, ma sia il vostro conto corrente bancario. UN CLICK E NON ESISTI PIU'. Veramente siete disposti a mettere le vostre vite e quelle dei vostri figli in mano a società private? Speriamo che questo ennesimo caso di grave censura possa farvi riflettere su come questa società globalista e iper-tecnlogica sia un pericolo per tutti noi.